Archivio per agosto 2009

Siamo venuti fin qua per vedere segnare Kaka

agosto 29, 2009

Sabato 29 agosto 2009. I giornali sportivi titolano “Ed è già derby“. Io, milanista sfegatato dalla nascita, sogno la rinascita del Diavolo. Già lo vedo… il vecchio gigante ferito e appesantito dalle troppe medaglie e dai trofei vinti che si rialza per dire la sua in Italia e in Europa… Per scaramanzia ho anche venduto tutti i giocatori dell’Inter al fantacalcio a cui partecipo su repubblica.it!

20.45 Pronti, VIA!!

21.05  20 minuti di dominio assoluto rosso-nero…i cugini sembrano non capirci più nulla; io mi rilecco i baffi e comincio a godere. Ma il gol non arriva..

21.10 scende il gelo sulla Fossa dei Leoni, Thiago Motta insacca la palla in rete dopo un’azione corale del reparto avanzato dell’Inter!

21.20 Gattuso atterra Eto’o in area di rigore. Il Principe realizza il penalty.

Da qui in poi buio assoluto.

Il mio è un grido di disperazione. Un po’ come i tifosi milanisti che durante il secondo tempo hanno cantato a squarcia gola “siam venuti fin qua per vedere segnare Kaka” e hanno fischiato come non mai un’inconcludente Ronaldinho.

Che dire..ci hanno dato una lezione di calcio. É stato un tiro al bersaglio. Siamo giunti ad una resa incondizionata.

Al termine della partita ho ricevuto molti sms..neanche a dirlo molti amici interisti… si fanno vivi tutti in una volta… mah… (ora capisco il supplizio a cui loro sono stati costretti per circa 20 anni!!).

” Benvenuto alla scuola calcio INTER!!!” (Mirko, interista)

“Era meglio se andavi a fia stasera” (zio claudio, juventino)

“W silvio” (Jack, interista)

“Come cugini fate proprio caa” (numero sconosciuto, presumo interista)

“Leonardo, buona la prima” (Stefano, tifoso del Bologna)

“Ma i’ dderby milan-inter?” (Lore, tifoso viola)

I commenti si sprecano… ma all’ultimo messaggio di Lore vorrei rispondere pubblicamente e in pieno stile theciuffi:

IDDERBY SVATI !!!!

Un saluto a tutti i poeri milanisti come me e alla prossima disfatta!

Lorenzo e la P.R.

agosto 26, 2009

Giorno di Ferragosto 2009, ore 22.30. Giacomo, Lorenzo, Matteo e Pierre-Aldo passeggiano tranquillamente sul lungomare di Marina di Cecina (LI), del tutto inconsapevoli di ciò che uno dei quattro avrebbe fatto di lì a poco. A metà, circa, della passeggiata, un’incauta P.R., tra l’altro la più brutta mai vista in vita mia, si avvicina a Lorenzo, chiedendo innocentemente: “Ragazzi, cosa fate stasera?“.

Lorenzo, dopo averla squadrata da capo a piedi, con atteggiamento di disprezzo, la fissa negli occhi e le risponde, come se niente fosse: “Un cazzo“.

La P.R., per nulla sorpresa dalla poco educata risposta, continua nel suo lavoro proponendo: “Perchè non venite al Tinì (ndr:discoteca di Cecina)?“.

In quel momento il tempo si blocca, e la P.R., Giacomo, Matteo e Pierre-Aldo si fermano in attesa della risposta di Lorenzo. Nessuno poteva prevedere cosa il giovane Storai avrebbe risposto, ma nell’aria si era avvertito il sentore di una puttanata in arrivo, anticipata solamente dall'”un cazzo” della prima risposta di Lore.

Fatto sta che Lorenzo, alla nuova domanda della P.R. extralarge del Tinì, prende la parola e pronuncia una frase che sarebbe diventata il simbolo dell’Estate 2009 a Marina di Cecina e che né i suoi tre amici, né la P.R. potranno più dimenticare. Lorenzo Storai, valido studente di Studi Internazionali all’Università di Firenze, così risponde alla domanda: “No, unn’hai capito allora. A NOI LA FIA UN CI GARBA!“.

Non ci sono commenti da fare: uno dei momenti più belli della mia vita. Nessuno in realtà ha capito bene perchè Lore abbia risposto così alla proposta della P.R.: forse perchè la P.R. era un cesso, forse perchè le discoteche non gli piacciono, forse perchè si era rotto il cazzo delle P.R. che ti raccattano per strada, o forse, più semplicemente,  perchè davvero non gli piace la fia. Nessuno potrà dirci questo. Ma in fondo, chi se ne frega. L’importante è aver collezionato una nuova figura di merda, da ricordare quando saremo vecchi e rincoglioniti.

Lorenzo in una delle sue espressioni più intelligenti

Lorenzo in una delle sue espressioni più intelligenti

 

 

The Chronicles of BERTINI – Capitolo 7

agosto 9, 2009

Il seguente episodio risale all’estate scorsa. Il Berto si trovava in Spagna per una vacanza a Lloret de Mar insieme a Charly&Co. Durante una trasferta nella vicina Barcellona il nostro gruppo di sfaccendati turisti si trovò ad ammirare qualche tipica bellezza architettonica della città, che come tutti sanno deve molto all’opera di Gaudì.

Chi non deve proprio nulla al famoso architetto è, manco a dirlo, il nostro Bertini!

Per questo motivo, mentre la maggior parte del gruppo visitava l’interno della famosa Casa Milà [dichiarata nel 1984 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO], Lui se ne stette fuori ad aspettare impaziente che svanisse l’effetto di quell’ inverosimile lampo di cultura che aveva colpito tutti gli altri ragazzi…

 Casa Milà

 ….e quando Carlo lo raggiunse dopo la visita della casa, gli altri assistettero ad una bizzarra richiesta: 

B:  ” Oh Carlo, un me l’hai riporto un Duplo? ”

C:  ” Un Duplo?? Ma che dici?! ”

B: ” Dio bestia, sei stato nella Casa di Cip&Ciop…me lo potevi anche riportare un Duplo! ”

 

 Sorte non migliore toccò ad un’altra originale opera del celebre Gaudì, anch’essa patrimonio dell’umanità dal 2005: Casa Batlló.

 Una volta giunti davanti, il Berto urlò (vi ricordo che per lui urlare è il nostro parlare):

      ” oh indove m’avete porto?!?!…alla CASA DEI PAUERRENGE??? ”

                                                                 (pauerrenge = Power Ranger)

 

Con queste due brevi osservazioni iniziò e si concluse la parte culturale della vacanza del Bertini. Alessio si rifiutò infatti di visitare la maestosa Sagrada Familia… anche per motivi ideologici e per giunta condivisibili, come l’ateismo (degenerato in blasfemismo nel caso del nostro Vate).

Il vero significato

agosto 2, 2009

Altra perla di saggezza di Matteo. Questa volta il nostro esperto si è cimentato nell’interpretazione dell’esultanza di Samuel Eto’o, dopo il gol dell’1-0 nella scorsa finale di Champions League. Alcuni hanno interpretato il suo gesto di toccarsi l’avambraccio come un simbolo di “orgoglio nero“, il colore della sua pelle; altri hanno interpretato questo gesto come un sottile “gesto dell’ombrello” verso i tifosi del Manchester che lo stavano fischiando. Ecco l’interpretazione di mio fratello, la migliore, ovviamente:

“Secondo me, Eto’o, quando si toccava l’avambraccio dopo il gol, non voleva lanciare un messaggio di orgoglio etnico: voleva solo far sapere al Mondo di avere una fava tra le gambe che è grossa quanto il suo braccio“.

Inattacabile, direi…

Etoo Easulta

Eto'o Esulta